Gli studi sul collezionismo e sul mercato dell’arte
a Firenze si arricchiscono di un nuovo volume pubblicato
da Pontecorboli Editore.
Un’avvincente ricerca condotta incrociando lettere inedite
e fotografie storiche del collezionista e mercante Elia Volpi e che ha consentito di rintracciare molte opere vendute all’estero e capire i segreti e le strategie dell’antiquario
Patrizia Cappellini
ELIA VOLPI E WILHELM VON BODE
Fotografia e commercio d’arte tra Firenze e Berlino, 1892-1927
Elia Volpi e Wilhelm von Bode. L’antiquario che ha legato il suo nome a quello del trecentesco Palazzo Davanzati di Firenze e l’ideatore del Kaiser Friedrich Museum, oggi conosciuto proprio come Bode Museum, che accoglie turisti da tutto il mondo sulla celebre Isola dei musei a Berlino.
A fare da sfondo a questa, ad oggi sconosciuta, quanto importante relazione commerciale è il periodo dell’Italia postunitaria che coincise con l’età d’oro per il mercato dell’arte e il collezionismo. Con le soppressioni degli enti ecclesiastici, infatti, migliaia di opere e oggetti d’arte si riversarono sul mercato,incontrando la domanda di collezionisti stranieri e curatori di importanti musei e gallerie pubblici, desiderosi di procurarsi pezzi pregiati dei maestri italiani del Rinascimento. A Firenze, popolata allora da mercanti, rigattieri, collezionisti, amatori e botteghe artigiane, l’astuto Wilhelm von Bode incontrò numerosi antiquari – noti sono oramai i contatti e le trattative intercorsi con Stefano Bardini – dai quali acquistò opere non solo per il “suo” museo ma anche per abbellire le dimore dei suoi facoltosi amici collezionisti.
La presente monografia analizza la lunga relazione commerciale tra Elia Volpi e Wilhelm von Bode, incrociando i dati delle lettere inviate dal mercante allo studioso con quelli iconici e materiali delle fotografie conservate nel Fondo fotografico Volpi e che il mercante usava quotidianamente nella sua attività. La prima parte della monografia, di carattere saggistico, indaga il contesto storico e legislativo del tempo e, sulla base di nuove fonti archivistiche, aggiorna la storia dell’attività di Elia Volpi, finora conosciuto come il mercante che ha esportato negli Stati Uniti il gusto per l’arredo fiorentino. Questa poliedrica figura viene perciò inquadrata guardando alle sue molteplici risorse come artista, restauratore e antiquario-conoscitore, nei suoi rapporti con Stefano Bardini, (soprattutto in occasione dell’asta Bardini tenutasi a New York nel 1918) e ritornando su alcuni aspetti inediti della vicenda inerente i falsi Dossena. Sempre nella prima parte del libro, l’autrice ci farà entrare in un ambiente privato, lo suo studio-bottega di Volpi, per indagarne il ruolo di “consumatore” di fotografie, indispensabili nella sua attività quotidiana di studio e promozione delle opere d’arte che vendeva.
La fotografia riveste un’importanza particolare nel libro: non solo nella sua veste iconica, quindi per il fatto di dare un’immagine alle tante opere oggetto delle trattative tra i due, ma anche nella sua veste materiale fatta di annotazioni, timbri, ritocchi e ricalchi a matita, tutti aspetti che parlano di come l’antiquario Volpi studiasse e promuovesse le opere. La seconda parte del libro rappresenta uno strumento indispensabile per gli studiosi di questa disciplina, in quanto vengono pubblicate le lettere inviate da Volpi a Bode, trascritte e annotate, dalle quali prendono vita i rapporti umani e commerciali, le trattative, le strategie di vendita, le astuzie, gli scambi di opinione che avevano per oggetto un genere di merce molto speciale.
Patrizia Cappellini si è laureata in Lettere moderne, indirizzo Storico artistico, all’Università di Firenze. Dal 2010 al 2012 prosegue i suoi studi alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico artistici di Firenze, intraprendendo una ricerca sull’archivio fotografico del mercante e collezionista Elia Volpi. Nel 2012 consegue il diploma di Specializzazione in Beni Storico-artistici e collabora con il Kunsthistorisches Institut in Florenz alla realizzazione della mostra on line Fotografie di un antiquario: la raccolta di Elia Volpi.
Dal 2013 al 2015 collabora con il Museo di Palazzo Davanzati per la catalogazione, mediante scheda F dell’ICCD, della parte di archivio fotografico di Elia Volpi conservato presso il museo. Nel 2015 è borsista dell’International Scholarship Programme presso gli Staatliche Museen zu Berlin-Preußischer Kulturbesitz. Nel 2019 consegue cum laude il Dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Udine, con una tesi sui rapporti commerciali tra Elia Volpi e Wilhelm von Bode. Dal 2019 collabora con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato al progetto “Narrando i territori della Grande Guerra attraverso i monumenti, le lapidi, i parchi e i viali della Rimembranza”.
Ha partecipato in veste di relatrice a convegni nazionali e internazionali, presso il CAA di New York, il Museo del Novecento di Firenze, il Kunsthistorisches Institut in Florenz, il Museo Calouste Gulbenkian, l’Università di Berna, Villa Vigoni, l’Università di Zagabria.
Tra le sue recenti pubblicazioni vi sono i saggi: «Al mio amore per il suo album di guerra». La catalogazione degli album fotografici dell’ufficiale medico Edoardo Carvaglio nel progetto ICCD Narrare i territori della Grande Guerra: Parchi e viali della Rimembranza (con Anna Floridia, 2020); Rodolfo Pallucchini e l’attività espositiva della galleria Antiquaria di Alessandro Morandotti, 1940-1943 (2019); Attorno all’acquisizione delle antichità prenestine Barberini: nuovi margini di narrazione a partire dalla fotografia (2018); The Art Dealer and the Devil: Remarks on the Relationship of Elia Volpi and Wilhelm von Bode (2017); Il fregio della galleria di testa e altre decorazioni fotografiche nella stazione fiorentina di Santa Maria Novella (2017); Antonio Puccinelli e la genialità (2016).